Come ottenere un terreno fertile.

by Uomo di casa
terreno fertile

Se passate vicino a un campo prima delle semine noterete una pratica ormai consolidata ma non auspicata nell’agricoltura biologica, ossia l’aratura.

Viene effettuata per sminuzzare la terra in modo da rendere più semplice per i semi germogliare. Il problema è che l’aratura è di solito molto profonda e porta in superficie la terra sterile.

A questo gli agricoltori sopperiscono con cospicue concimazioni, che possono percolare e raggiungere la falda inquinandola. Molto meglio allora lavorare solo i primi 30 cm del suolo che è quello esplorato dalle piante e le loro radici.
Una manciata di terreno fertile dello strato più superficiale contiene miliardi di organismi viventi, decompositori e trasformatori della sostanza organica, che sono i veri responsabili della fertilità e della formazione di una buona struttura del suolo. Essi partecipano all’umificazione e mineralizzazione dei residui organici.
Il terreno è un insieme di particelle minerali e organiche, separate da spazi microscopici dove circolano aria e acqua.

Un ambiente non lavorato dagli esseri umani tende a diventare un bosco, è quindi il bosco il nostro modello di fertilità naturale. Se notiamo il profilo di un bosco, lo strato superficiale è formato da residui organici (parti morte di piante e animali) che fungono da copertura e che possiamo imitare con la pacciamatura, ossia mettendo sulla superficie del terreno uno strato di sostanza organica in decomposizione.
Lo strato sottostante o strato umico è spesso dai 10 ai 30 cm e qui ha luogo la formazione, demolizione e mineralizzazione dell’humus. È questo lo strato che ha la maggiore influenza sulla crescita e sulla salute della pianta perché è qui che si sviluppano le radici.

L’humus è una sostanza bruno-nerastra ricca di sostanze nutritive, che rilascia lentamente nel terreno e inoltre contribuisce a una buona struttura del suolo e nel bilancio dell’aria e dell’acqua.
Lo strato sottostante è lo strato minerale, formato dalla roccia disregata. È il serbatoio idrico e di elementi nutritivi.
Sotto ancora troviamo la roccia madre.

È stato riscontrato che aumentando la profondità, diminuiscono gli organismi viventi, fino a sparire. Inoltre negli strati superficiali vivono organismi che necessitano di ossigeno (aerobi), mentre in quelli più profondi vivono quelli che rifuggono l’aria (anaerobi), anche per questo non è bene eseguire lavorazioni profonde che rimescolamento gli strati.
La struttura del suolo è di fondamentale importanza perché da essa dipendono l’aerazione, la porosità, la permeabilità, la crescita della radici, l’attività biologica, il regime idrico, la resistenza all’erosione e la lavorabilità del suolo. Essa può essere migliorata da lavorazioni diligenti e tempestive, da apporto di humus e letame e dal sovescio.

La tessitura del suolo dipende dalla proporzione delle particelle minerali del suolo e in base alla tessitura i suoli di dividono in: sabbiosi, limosi e argillosi. Per migliorare i primi si deve aggiungere humus, compost e farine di argilla, sovesci e pacciamatura. Ai secondi si deve apportare sostanza organica, sovesci e pacciamatura. Agli ultimi si deve aggiungere sabbia, sostanza organica, sovesci e favorire la presenza di lombrichi (link humus di lombrico).

Possiamo schematizzare quanto detto per salvaguardare il nostro suolo così :

  • Disturbarlo il meno possibile, utilizzare strumenti più delicati come la FORCA FORATERRA, il COLTIVATORE A DENTE DI PORCO, evitando di rivoltare completamente la zolla
  • Restituire al terreno tutti i residui organici compostandoli
  • Non lasciarlo mai nudo coltivando una specie da sovescio in autunno-inverno oppure coprendolo con materiale organico (pacciamatura)
  • Arricchire il terreno di sostanza organica (con sovesci o ammendanti)
  • Non impiegare concimi chimici, diserbanti, antiparassitari
  • Evitare calpestamenti/compattamenti
  • Evitare di sigillare il terreno con pavimentazioni, preferire grigliati, ciottoli o cortecce.

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